ROCCARANIERI
DOVE SI TROVA?
Roccaranieri è un paese collinare dell’Alta Sabina che sorge a 721 m s.l.m. nel territorio del comune di Longone Sabino, a cavallo tra il fiume Salto ed il fiume Turano. È probabile che il nucleo primitivo di quel che successivamente sarebbe divenuto l’abitato di Roccaranieri fosse costituito da alcune abitazioni nei pressi della chiesa di San Giovanni Battista (chiesa che compare per la prima volta nelle fonti in un documento negli Archivi del Capitolo di Rieti del 948), edificio sorto proprio sui resti di una villa romana in epoca protocristiana. Come avvenuto per altri centri in Sabina, nuovi centri abitati si costituivano proprio intorno ad una chiesa isolata o grangia, partendo da un casale annesso alle stessa per il rimessaggio del foraggio e degli attrezzi da lavoro, vi si raccoglievano poi più abitanti formando quelle che, nei documenti altomedioevali, vengono definite, a seconda dei casi, celle, cellulle, plebi, ville o villule. Dopo la fondazione, in epoca longobarda sotto il regno di Liutprando, da parte di monaci franchi, delle abbazie di Farfa e di San Salvatore Maggiore, alcune terre delle Plage vennero donate dai proprietari alle due comunità monastiche entrando così sotto il controllo delle abbazie che ne registravano le donazioni amministrandole direttamente o affidandole a terzi. Le due abbazie, poi, tendevano a scambiarsi le donazioni per facilitare il controllo e la gestione dei propri territori. È bene ricordare che le due Abbazie di Farfa e di San Salvatore Maggiore, sotto il dominio longobardo godettero di un particolare status che ne favorì l’espansione e con la conquista dell’Italia da parte dei Franchi, assunsero, sotto Carlo Magno, il titolo di abbazie imperiali, divenendo capisaldi del potere imperiale nel centro Italia. È durante questo periodo, tra l’VII secolo e la prima metà del IX secolo, che la abbazie raggiunsero l’apice della loro potenza garantendo ai territori sotto la loro giurisdizione una relativa tranquillità in un periodo, altrove, di grande incertezza. Al finire del IX secolo, la tranquillità dei territori di gran parte della penisola, fu, però, scossa dalle scorrerie dei saraceni che nell’891 incendiarono l’abbazia di San Salvatore Maggiore. Il fenomeno dell’incastellamento potrebbe essersi avviato proprio in concomitanza con le invasioni dei saraceni, dopo un forte incremento demografico le popolazioni scelsero di lasciare le abitazioni sparse per le pianure per rifugiarsi in forme insediative adeguatamente difese. Al primo incastellamento seguì probabilmente un secondo incastellamento ovvero un rafforzamento della difese del paese, la definitiva forma di castello e la denominazione attuale, forse a seguito delle invasioni da parte dei normanni all’inizio dell’XI secolo. L’unica fonte documentale che aiuta a fare un po’ di luce sulla fondazione del castello di Roccaranieri è quella proveniente dagli archivi del notaio Giovanni Cesidio da Gavignano, ritrovata a Calvi dell’Umbria sul finire nel secolo scorso e pubblicata per la prima volta dal Benucci nel 1896, circa una lite sorta tra gli abitanti di Roccaranieri e quelli del vicino paese di Concerviano sul finire del XV secolo riguardo i terreni del castello di Antignano; disputa che andò avanti per più di cento anni. Gli abitanti di Roccaranieri, quindi, nel difendere i loro diritti contro quelli di Concerviano, citano, tra le altre cose, una lapide affissa, ancora nel 1486, sulla porta della torre del castello del paese.
UN PO’ DI STORIA
COSA VEDERE?
La chiesa di San Giovanni compare nei documenti altomedievali per la prima volta nel 948, prima della fondazione del castello di Roccaranieri. La chiesa venne quindi descritta nella visita pastorale del 1681 dall’incaricato del cardinale commendatario di San Salvatore Maggiore Carlo Barberini: «L’edificio era di forma quadrata oblunga, con un altare staccato dal muro e sopra l’altare diverse immagini: quella della Vergine incoronata dal Salvatore, quella di San Giovanni mentre battezza il Salvatore, quella della attività ed, infine, quella della decollazione di San Giovanni. Il pavimento non era mattonato ed i cadaveri degli abitanti del paese venivano seppelliti davanti all’altare mentre quelli dei sacerdoti erano tumulati dietro all’altare». Nel dopoguerra l’area cimiteriale della Chiesa di San Giovanni venne adeguata alle leggi vigenti in materia di sepoltura tramite l’edificazione di loculi e la delimitazione tramite mura. All’interno della chiesa è presente un ciclo di affreschi probabilmente realizzato nel XVI secolo all’epoca dei restauri dell’edificio del 1519.
Chiamata anche “Chiesa vecchia” compare per la prima volta in un documento del 1253 riguardante la controversia tra il Vescovo di Rieti e l’abbate di San Salvatore Maggiore. La chiesa venne modificata dopo il 29 dicembre 1576 quando gli abitanti di Roccaranieri, riuniti in consiglio deciso di ampliarla e migliorarla. Fino agli anni settanta nella chiesa venne custodita una croce processionale in argento di fattura quattrocentesca, oggi conservata presso la Sala delle Oreficerie del Museo Diocesano di Rieti.
Conosciuta anche come “Chiesa Nuova” fu inaugurata nel 1934, dopo i Patti Lateranensi del 1929, sotto il parroco don Ugo Clementi durante il ministero del vescovo di Rieti monsignor Massimo Rinaldi. È una delle prime costruzioni in cemento armato della zona.
Due ponti di antica fattura, probabilmente romana, si trovano sul territorio di Roccaranieri. Entrambi facilitano l’attraversamento dello stesso corso d’acqua, il Fosso della Mola di Roccaranieri, in due diversi punti del torrente: Il primo, detto Ponte di San Giovanni, indicato più recentemente come ponte vecchio del cimitero, si trova lungo la strada che dal paese raggiunge la chiesa di San Giovanni. Era attraversato dai cortei funebri allorché si accompagnavano i defunti in processione alla chiesa di San Giovanni Battista per i riti funebri e la tumulazione o da quanti si recavano alla chiesa di San Giovanni nel giorno della Pasquarella. Il secondo, con arco maggiore, detto Ponte della Mola, perché sorge nei pressi del mulino a retracine azionato dalle acque del Fosso detto della Mola. Questo secondo ponte si trova sul sentiero che congiungeva il paese di Roccaranieri con la sottostante Valle del Salto in direzione Rieti a poco meno di un chilometro dalla porta del paese. Il Ponte della Mola si trova oggi, ricoperto di edera, completamente immerso nel bosco in un ambiente davvero suggestivo, spesso ritratto nelle foto dagli escursionisti che percorrono il sentiero che porta a Roccaranieri dalla Valle del Salto o da quanti si recano al Fosso della Mola di Roccaranieri per la pratica del canyoning o torrentismo.
Il borgo di Rocca Ranieri sorge su di un’altura tra la valle del Turano quella del Salto e conserva ancora l’aspetto del castello. Le sue case svettano, con delle mura imponenti, su una rupe, formando una possente cinta, ben riconoscibile da lontano, intorno al centro del paese dove si trova l’antica chiesa di San Pietro. Il Castello del Conte Ranieri, riconoscibile dalla più alta delle torri che sovrasta l’abitato, ne costituisce il limite dell’originale cinta muraria verso sud-est. Al paese si accede dalla Porta di Roccaranieri sopra la quale è affissa la copia della Lapide di Roccaranieri. Le case più antiche nel centro storico del paese, che si affacciano sulla Valle del Salto, vengono dette i Casarini, come ricorda il nome della piazza da cui si gode del panorama della valle sottostante e del prospiciente castello di Calcariola, fortezza a difesa del confine settentrionale del regno normanno-svevo. Dinanzi alla porta del paese una via scalinata, via Rieti, attraversa le case note col nome de’ i Raili. Sempre davanti alla porta principale del paese, separata da via Rieti tramite un muro in sassi, si trova la Piazza del Popolo su cui si affaccia il palazzo delle Scuole così detto perché adibito negli anni sessanta a scuola elementare e più recentemente ad ambulatorio medico e centro per la comunità.
DOVE DORMIRE?